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SM.POSSO.IT - SCLEROSI MULTIPLA: IL DATO GENERAZIONALE
17/03/2021 12:00

“Sclerosi multipla: il dato generazionale” è il titolo dell’intervista del Dott. Lavorgna, Neurologo Aou Università “Luigi Vanvitelli” e coordinatore Gruppo Studio Digitale Sin, al Prof. Paolo Ragonese, Neurologo del Dipartimento di Biomedicina, Neuroscienze e Diagnostica Avanzata dell’Università di Palermo.  

In relazione alla Sclerosi Multipla, un dato epidemiologico importante è anche il dato generazionale. Lei cosa ne pensa?

Mi ha colpito moltissimo un’intervista che ho visto di recente. La giornalista Francesca Mannocchi raccontava che non è solo la persona a cui viene diagnosticata la patologia a doversene far carico, ma è tutto l’entourage familiare, dal compagno, ai figli, ai genitori. E’ un aspetto che notiamo molto spesso in tutte le malattie neurologiche. Il dato più evidente sulla SM è il dato generazionale, la giovane età in cui si fa la diagnosi. Abbiamo a che fare con ragazzi che stanno studiando, che stanno formando il loro futuro, che si approcciano al lavoro.

Cosa diresti ad un ragazzo giovane a cui è stata appena diagnosticata la SM?

Abbiamo sempre più casi in cui la diagnosi viene fatta a ragazzi che stanno studiano all’università. Ma abbiamo anche molti casi in cui ad essere coinvolti sono delle persone ancora più giovani, che frequentano le scuole superiori. Sono i casi in cui abbiamo un paziente particolarmente spaventato. L’epidemiologia in questi casi serve a dare delle informazioni sulle aspettative. Una delle cose più frequenti che ci viene chiesto  è se il paziente può continuare a pensare al suo futuro nello stesso modo in cui ci pensava prima. Cosa sarà di me? Posso continuare a fare il percorso di vita che stavo immaginando per me stesso?

Grazie alle numerose terapie di cui disponiamo oggi e agli studi epidemiologici sulla storia naturale della malattia, sappiamo che negli ultimi anni la severità della malattia è diminuita.  Gli ultimi studi ci dicono che la SM tende ad avere un impatto meno severo di un decennio fa. Per questo motivo diciamo sempre più spesso ai nostri pazienti che l’aspettativa di vita è la stessa e dobbiamo cercare di viverla al meglio possibile.