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SM.POSSO.IT - COME POSSO FAR SÌ CHE LA MALATTIA IMPATTI POCO LA MIA VITA SOCIALE?
18/01/2023 06:00

Il Dott. Luigi Lavorgna, Neurologo AOU Università “Luigi Vanvitelli” e Coordinatore Gruppo Studio Digitale SIN e il Prof. Paolo Ragonese, MD, PHD Università di Palermo rispondono alle domande degli utenti sul tema “Epidemiologia SM e impatto sociale”.

Come posso far sì che la malattia impatti poco la mia vita sociale?
Non esiste un fattore limitante, bisogna evitare il rischio di farsi condizionare dalla diagnosi e pensare che non si possano fare determinate attività ed essere padroni della propria vita. La letteratura è abbastanza uniforme nel suggerirci che un approccio tanto più precoce possibile alla gestione della malattia è un fattore che può limitare e può condizionare in maniera sostanziale l’evoluzione della malattia. Se dovessimo ragionare in questi termini e limitare l’impatto della malattia sulla nostra vita, bisogna prendere in mano la situazione e affrontarla, gestirla e analizzarla con il centro presso cui si cura in maniera tale da iniziare quanto più precocemente la terapia adatta che possa condizionare, il meno possibile, le nostre attività. C’è una terapia da discutere con il neurologo in relazione a quelle che sono le esigenze del paziente. Si può pianificare di metter su famiglia e si può pianificare la gestione dell’attività lavorativa così come degli studi. In genere facciamo diagnosi nella fascia di età fra liceo ed università, ma questa generazione di giovani è molto smart, attiva e riesce a mantenersi molto bene in contatto ed a relazionarsi con tutti i gruppi dove si possono avere informazioni e strategie per limitare il più possibile il fatto di farsi condizionare.
Un altro aspetto importante è che nelle prime fasi ci può essere una sorta di ritrosia che può finire con il condizionare il rapporto tra persona e malattia, il supporto psicologico è importante anche in questa prospettiva. E’ consigliabile un rapporto con lo psicologo per gestire l’impatto con una malattia cronica e ci sono dei passaggi che condizionano il primo periodo in cui si impara a gestirla. Certamente il supporto dello psicologo e di tutta un’altra serie di professionalità può ridurre l’impatto che la malattia stessa ha sulla vita quotidiana.